L’australiana Hannah Green ha aperto il suo palmarés con un major, il KPMG Women’s PGA Championship, caso non proprio inusuale per le giocatrici del LPGA Tour, prerogativa soprattutto delle coreane. Sul difficile percorso dell’Hazeltine National Golf Club (par 72), che ha ospitato la Ryder Cup nel 2016, a Chaska nel Minnesota, la Green ha concluso la sua corsa di testa con 279 (68 69 70 72, -9) colpi e respingendo praticamente con un birdie alla buca 16, per il 72 vincente (par, tre birdie, tre bogey) il tentativo di recupero della coreana Sung Hyun Park (280, -8), che provato fino all’ultima buca a difendere il titolo suo nel 2018.
In terza posizione con 282 (-6) Nelly Korda e l’inglese Mel Reid, in quinta con 283 (-5) Danielle Kang e Lizette Salas e in decima con 285 (-3) la thailandese Ariya Jutanugarn, clamorosamente crollata con un 77 (+5), dopo essersi portata a un colpo dalla vetta nel terzo turno.
Sempre fuori dalla corsa al titolo Jin Young Ko, numero uno mondiale, 14ª con 286 (-2), Lexi Thompson, 26ª con 289 (+1), la canadese Brooke M. Henderson e l’australiana Minjee Lee, 30.e con 290 (+2).
Hannah Green (nella foto), 22enne di Perth con tre titoli nel Symetra Tour, dove ha fatto gavetta, e due nel circuito di casa tutti datati 2017, è la terza australiana a imporsi in questo major dopo due leggende quali Karrie Webb, unica giocatrice ad aver vinto cinque tornei del grande slam diversi, e Jan Stephenson. “Sono senza parole – ha dichiarato la Green – ho sempre sognato un momento come questo. E’ come toccare il cielo con un dito”. E’ stata anche la terza proette a conquistare il titolo wire-to-wire dopo Se Ri Pak (1998) e Yani Tseng (2011). Sicuramente ben sopra la media il risvolto economico con un assegno di 577.500 dollari su un montepremi di 3.850.000 dollari. E’ uscita al taglio Giulia Molinaro, 109ª con 153 (79 74, +9), unica italiana in gara.