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72° Open d’Italia presented by Damiani: interviste 2° giro

  18 Settembre 2015 News
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INTERVISTA CON FRANCESCO MOLINARI Secondo giro: 72 (par). Totale: 137 (65 72, -7)   – A cosa devi i sette colpi di differenza tra gli score di ieri e di oggi? “La verità è che il golf non è una scienza esatta: se realizzi un “meno 7” un giro oggi non necessariamente lo farai anche domani. Non sono riuscito a trovare il ritmo come era successo ieri, sono stato meno preciso: è stata una di quelle giornate in cui era complicato tutto, imbucare un putt, mettere  un drive in fairway o un ferro vicino alla buca. Ho cercato di restare calmo il più possibile, provandoci fino alla fine, ma non sono riuscito a dare una svolta. Mi è successo altre volte durante l’anno: sicuramente è qualcosa su cui devo migliorare, se voglio vincere più tornei. Ho bisogno di continuità nelle quattro giornate. Ho cominciato neanche troppo male,  poi un doppio bogey alla buca 3 mi ha ricacciato indietro. Devo dire che c’è anche stata un po’ di sfortuna, ma tant’è. Forse avrei potuto scendere sotto il par nelle seconde nove buche”. – Che cosa hai trovato di diverso rispetto a ieri nel campo? “Nel complesso era abbastanza simile. Forse nelle prime nove buche era un po’ più lento e rendeva le cose un po’ più difficili. Nelle seconde nove, invece, le condizioni erano davvero ideali. Non c’è che dire: il percorso sta reggendo davvero molto bene”. – Con sei colpi di distanza dalla vetta come affronterai le ultime due giornate? “Cercherà ovviamente di dare il massimo, ma quanto a obiettivi potrò avere un quadro mllgiore solo dopo il terzo turno”. – Come hai visto Jimenez e Willett: pensi saranno in corsa fino all’ultimo? “Direi che entrambi hanno avuto una giornata più positiva rispetto a ieri, al contrario di quello che è capitato a me. Sono due giocatori molto solidi, di esperienza,  sicuramente vanno tenuti d’occhio per la vittoria finale.     INTERVISTA CON MARTIN KAYMER Secondo giro: 66 (-6). Totale: 134 (68 66, -10)   “Rispetto a ieri, ho giocato un po’ peggio, specie dal punto di vista dell’impatto con la pallina. Ma sono riuscito comunque a gestire bene i par 5, giocandoli in 5 colpi sotto il par. In più, ho concluso il giro con un birdie, che mi ha messo in un’ottima posizione per il weekend. Queste sono le tipiche giornate in cui devo essere soddisfatto, perché il mio punteggio è migliore rispetto alla qualità di gioco che ho offerto. E giorni come questo non capitano troppo spesso. La vera differenza rispetto a ieri è che ho centrato meno fairways: il punteggio di oggi (-6) non è granché, ma quello dei due giorni (-10) non è male. Credo di aver giocato bene negli ultimi due mesi, ma non abbastanza da avere chance concrete per domenica. Per fortuna sto migliorando di giorno in giorno, dunque non ho perso la speranza di dire la mia nel fine settimana”.     INTERVISTA CON EDOARDO MOLINARI Secondo giro: 67 (-5). Totale: 139 (72 67, -5)    “Lo score è sicuramente buono. Considerato il gioco ho fatto un grandissimo punteggio, forse potevo segnare un colpo in meno, ma sarebbe stata una mezza rapina. Il meno 5 è più che sufficiente”. – Ieri ti abbiamo visto sul green della 18 mentre facevi di no con la testa. Che cosa è che non stava funzionando? “E’ tutto l’anno a dire il vero che non sto giocando bene. Continuo a fare molta fatica purtroppo. Vedremo  come andrà a finire l’annata”. – Sul gioco lungo o sul gioco corto? “Solo sul tee. Sto colpendo bene con i ferri, ma continuo a fare fatica dal tee. Tiro dei  buoni drive, poi all’improvviso  la palla va a destra o a sinistra di 40 metri e quindi diventa difficile fare un buon punteggio”. – C’entra qualcosa con l’intervento al polso? “No no, la mano devo dire che va bene. Ogni tanto mi sembra di eseguire colpi come golfista 8 di hcp. Sinceramente mi è difficile capirne il motivo perchè dopo sei o sette buche perfette ne arrivano due o tre in cui il bogey è già un miracolo”. – Questo può mettere in dubbio il mantenimento della ‘carta’ per il tour? “Non è importante ottenere la ‘carta’ quanto tornare a giocare come prima. Sinceramente così è poco divertente. Alla ‘carta’ non ci penso: in questo momento voglio solo ritrovare il mio gioco. Se uno torna a giocare bene la ‘carta’ la mantiene in due gare”   INTERVISTA CON STEFANO MAZZOLI Secondo giro: 70 (-2). Totale: 136 (66 70, -8)   – Che effetto fa stare in alta classifica all’Open d’Italia? “E’ molto bello e gratificante vedere il mio nome tra così tanti campioni. Aldilà del posizionamento finale, considero molto formativa questa esperienza”. – Giocando insieme ai professionisti, cosa ti ha colpito maggiormente? “Oltre alla qualità del gesto tecnico, mi ha impressionato la serenità che trasmettono in ogni fase della gara. Anche dopo un errore non si scompongono e restano concentrati”. Come affronterai gli ultimi due giri? “Aver superato il taglio mi permette di proseguire con grande serenità. Non voglio accontentarmi, però. Punto a finire il torneo il più in alto possibile e godermi fino in fondo questa splendida atmosfera”.   INTERVISTA CON MATTEO MANASSERO Secondo giro: 71 (-1). Totale: 141 (70 71, -3)   “Mi sono espresso abbastanza bene, forse un po’ meglio ieri, ma anche oggi mi sono dato tante opportunità di birdie che nelle prime nove buche non sono riuscito a convertire, mentre nelle seconde invece ho imbucato qualcosa di più, però alla fine un paio di putt non sono entrati. Ho fatto il massimo, e posso essere soddisfatto del gioco lungo. Sui green invece ho commesso qualche errore. Non è che abbia sbagliato a puttare, semplicemente la palla non è entrata. Qualche pallina è finita in rough, ma è abbastanza normale in questo campo. Molti fairways sono larghi non più di dieci metri ed è difficile prenderli. In rough però non è così punitiva. Di colpi ne ho sbagliati pochi. E’ chiaro che potevo fare molto meglio”.  – Ogni giocatore si aspetta score molto bassi. Comunque, anche se non di molto, un giro sotto par ti darà sicuramente fiducia. “Si, posso prendere del buono da questi due giorni. Ho giocato bene, ho sbagliato poco” – Matteo è una stagione altalenante. Cosa stai facendo per tornare al top? “Mi sto allenando tanto, sto facendo il possibile per tornare ad alti livelli e adesso è questione anche di avere pazienza ”   INTERVISTA CON COSTANTINO ROCCA Secondo giro: 72 (par). Totale: 152 (80 72, +8)   – Immaginiamo la grande emozione quando sei arrivato alla 18 con il pubblico utto per te. Te l’aspettavi? “No, assolutamente. Ho visto tanti miei amici sul campo e questo mi ha fatto molto piacere. Però non mi attendevo questa bellissima accoglienza. E’ stato emozionante e auguro ai miei colleghi di poter avere questo”- Si vede che sei visibilmente emozionato. Hai fatto 30 Open d’Italia. Di questi qual è quello in cui sei andato più vicino alla vittoria? “Nel 1991 a Casteconturbia ho fatto il record del campo nell’ultimo giro ma non è basato contro Craig Parry e sono terminato terzo come nel 1995 a Le Rovedine quando s’impose Sam Torrance.Purtroppo quando ne trovi due più bravi di te arrivi terzo. Comunque ho disputato tre Ryder Cup, ho conquistato cinque titoli nell’European Tour con un PGA Championship e pertanto arrivare terzi all’Open d’Italia lo prendo tra i buoni risultati” – Il fatto di non aver mai conquistato l’Open è qualcosa che ti manca oppure lo puoi archiviare con un “pazienza è andata così”? “Io il mio Open d’Italia l’ho vinto oggi”   INTERVISTA CON ANDREA PERRINO Secondo giro: 67 (-5). Totale: 134 (67 67, 10)                                     – Dopo una prima giornata coi fiocchi, una seconda trionfale: come te la spieghi? “Davvero fantastico. Sono ancora elettrizzato dalle ultime nove buche, che ho disputato sotto gli occhi di tantissimo pubblico, ma soprattutto delle telecamere della TV. Dal punto di vista emotivo, è stata un po’ dura: tante volte ho tirato giusto per limitare i danni, cercando di non fare errori. Ma è andata benone”. – In campo pratica avevi buone sensazioni oppure ti sentivi come all’inizio di una giornata qualunque? “Ero tranquillo, ho fatto la mia routine, non ho cambiato nulla”. – Ti era mai successo di ritrovarti così in alto nell’European Tour? “Sì, mi era già capitato: sono stato primo dopo due giri a St Omer, di certo non un evento importante come l’Open, non nel mio Paese. Per questo ritrovarmi oggi così in alto è bellissimo. Anche se ammetto che in certe situazioni il bastone comincia a pesare”,    

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