Con una straordinaria rimonta nei singoli l’Europa, guidata dallo spagnolo José Maria Olazabal, ha vinto la 39ª Ryder Cup, disputata sul percorso del Medinah CC, a Medinah nell’Illinois. I continentali, in svantaggio di 6-10 dopo i doppi, hanno rimontato con un parziale di 8,5 a 3,5 e si sono imposti per 14,5-13,5. Il 14° punto che ha dato la parità all’Europa e la certezza di riportare indietro il trofeo (essendo detentori) lo ha portato Martin Kaymer e il mezzo punto che ha dato la vittoria piena lo ha firmato Francesco Molinari, impattando con Tiger Woods. Anche se nella storia della Ryder Cup vengono sempre ricordati coloro che hanno la ventura di siglare i punti finali, in realtà il successo europeo è nato da una prestazione sopra le righe di una squadra che ci ha creduto fino in fondo, pure se la situazione era veramente difficile dopo che gli statunitensi avevano giocato i doppi in maniera quasi impeccabile. Anzi c’erano voluti due miracoli di Sergio Garcia/LukeDonald e di Ian Poulter/Rory McIlroy che conquistando due punti negli ultimi due fourball disputati avevano evitato che la barca affondasse prima di approdare all’ultima giornata. Inoltre l’impressionante precisione nel putting degli statunitensi, affidati a Davis Love III, era un altro elemento che faceva pensare all’impossibilità o quasi della rimonta. C’era però un precedente ad avallare sogni di gloria: nel 1999 gli americani di Ben Crenshaw in Massachusetts, sotto proprio per 6-10, operarono il sorpasso lasciando agli europei guidati da Mark James solamente 3,5 punti nei singoli. La storia si è ripetuta, numericamente identica, a parti invertite in una giornata che non verrà dimenticata facilmente sia per le emozioni vietate ai deboli di cuore sia per il livello tecnico raggiunto, anche se non poteva essere altrimenti con i campo 24 giocatori tutti entro i primi 35 del world ranking compresi nove dei primi dieci. Gli europei hanno giocato ricordando Severiano Ballesteros con la sua effigie sulle sacche e vestendo anche del colore blu che lo scomparso campione spagnolo tanto amava. Lo ha ricordato per tutti José Maria Olazabal, che non ha potuto trattenere le lacrime, dedicandogli il trionfo. Uno dei protagonisti assoluti dell’impresa è stato Ian Poulter che ha fatto il pieno con 4 punti su altrettanti incontri, il quale nel singolo ha piegato Webb Simpson dando la carica agli altri. E ancora più prezioso è stato il punto di Justin Rose strappato di forza a Phil Mickelson, che sembrava averlo già in tasca. A dare fiducia al resto del gruppo ancora in campo hanno pensato anche Luke Donald, Rory McIlroy e Paul Lawrie: il quintetto ha confezionato cinque punti nei primi sei match, contro l’unico raccolto da Dustin Johnson, che hanno rimesso il confronto in equilibrio. Chi era ancora in campo ha capito che il sorpasso non era più una utopia della vigilia, ipotizzata tanto per tenere in qualche modo alto il morale. Nel contempo gli statunitensi con le sconfitte dei loro pezzi da 90, ossia di Bubba Watson, Webb Simpson, Brandt Snedeker e soprattutto di Phil Mickelson e di Keegan Bradley, che avevano fatto quel che avevano voluto nei doppi, perdevano tutte le certezze. Il primo a risentirne è stato Furyk, che è franato sulle ultime due buche e ha concesso a Sergio Garcia di rimontare. E’ stato il punto perso che ha pesato di più nell’economia statunitense, perché ha permesso di andare sul 13 pari, in quanto anche se non erano terminati non c’erano più dubbi sui successi di Lee Westwood e di Jason Dufner. A quel punto sono rimasti sul percorso per gli americani Steve Stricker e Tiger Woods, reduci da tre sconfitte nei doppi in cui hanno fatto coppia. Parlare di due campioni di tale calibro come gli anelli deboli della catena può suonare strano, ma nell’occasione è stato così. Stricker ha sbagliato tutto alla 17 e ha mandato avanti Kaymer, poi ha tirato un secondo colpo troppo lungo alla 18 e in pratica ha lasciato la Ryder Cup nelle mani dei continentali, che con il pareggio, come detto, l’avrebbero riportata a casa in quanto detentori. Anche Tiger Woods, però, ha voluto metterci del suo. E’ andato in vantaggio su Molinari alla 17, quando il torinese ha sbagliato l’approccio lasciandosi un putt di rientro troppo lungo, cogliendo il tempo giusto, perché ha messo una pressione incredibile addosso a Kaymer che doveva imbucare un putt di un metro e mezzo per vincere contro Stricker. Una volta svanito il successo anche Tiger si è un po’ deconcentrato, mentre Molinari ha mantenuto la tensione appropriata anche se i festeggiamenti erano già cominciati. Il torinese ha giocato nel modo giusto e si è lasciato un putt di un metro per il par. Da una distanza di poco superiore Woods ha avuto il colpo per mantenere l’1 up, ma l’ha sbagliato e non ci ha pensato neanche un attimo, con grande signorilità, a concedere la buca all’azzurro, ben sapendo che sarebbe stata sconfitta intera. In casa europea il migliore, come detto, è stato di gran lunga Ian Poulter, per grinta e per qualità di gioco, autentico leader del gruppo. Subito dietro Justin Rose e Rory McIlroy, con 3 punti su cinque incontri. A corrente alternata Donald, Garcia e Westwood, che però da grandi campioni quali sono hanno fatto sentire la loro presenza nel momento che più contava. Deludente Graeme McDowell, che era stato decisivo in Galles nel 2010 e che ha preso un solo punto su quattro a disposizione. Un punto ciascuno per Paul Lawrie (tre match), Colsaerts (4) e Kaymer (2), mezzo ma di gran pregio per Molinari (3) e nessuno per Hanson che ha giocato due soli incontri dove ha profuso, malgrado le sconfitte, grande impegno. Insieme a Olazabal hanno assistito i vincitori, in qualità di vice capitani, il danese Thomas Bjorn, il nordirlandese Darren Clarke, lo spagnolo Miguel Angel Jimenez e l’irlandese McGinley. Tra gli statunitensi l’unico imbattuto è stato Dustin Johnson con 3 punti su tre gare, ma si è distinto pure Jason Dufner (3 punti su 4). Tre punti su quattro anche per Mickelson, Bradley e Zach Johnson, due su quattro per Simpson e per Watson, due su tre per Matt Kuchar e note dolenti per Jim Furyk e Brandt Snedeker con un solo successo su tre incontri, e soprattutto per Tiger Woods, con un mezzo punto su quattro da poter conquistare, e per Stricker, che ha concluso con uno zero su quattro. Hanno coadiuvato il capitano Davis Love III i vice capitani Fred Couples, Mike Hulbert, Jeff Sluman e Scott Verplank. Gli incontri – Luke Donald gioca benissimo per 12 buche, si porta sul 4 up, ma alla 15 manca il putt per chiudere il conto e allora perde un po’ di lucidità. Ne approfitta Bubba Watson per vincere due buche, alla 17 non va oltre il par e deve arrendersi (2/1). Paul Lawrie travolge Brandt Snedeker (5/3) e se poteva starci un successo dello scozzese probabilmente nessuno se lo attendeva in tali proporzioni. Tre up dopo nove buche, cinque up dopo 13, colpo di coda dell’americano alla 14, ma il birdie di Lawrie alla 15 chiude il conto. McIlroy, che arriva al Medinah CC all’ultimo momento con un’auto della polizia e non fa riscaldamento, aggredisce subito Keegan Bradley, ma sul 2 up lo statunitense ha una grande reazione e pareggia. Il nordirlandese, però, riprende in mano le redini del match e con due birdie fa incassare all’avversario l’unica sconfitta in quattro incontri (2/1). Uno dei match più spettacoli lo mandano in scena Ian Poulter e Webb Simpson. Dopo sei buche l’americano è 2 up, ma nelle successive due l’inglese pareggia. Ancora avanti Simpson e nuovo pari alla 12 di Poulter che poi vince le ultime due buche (2 up) e sul leaderboard l’Europa raggiunge gli Stati Uniti sul 10-10. Subito dopo gli americani colgono l’undicesimo punto con Dustin Johnson che, dopo aver subito il pari di Colsaerts alla 13ª, innesta il turbo nelle successive tre buche e fa 3/2. E’ uno grandissimo Justin Rose a riportare sotto l’Europa vincendo il più bel match della giornata. Sorprende in partenza Mickelson, che però alla buca 5 recupera il 2 down, poi annulla altri due vantaggi dell’inglese e alla 14 è 1 up. Sulle ultime due buche Rose prima imbuca un putt chilometrico per il birdie e poi si ripete da tre metri ribaltando il risultato (1 up). Zach Johnson va tre up in quattro buche e per Graeme McDowell si fa notte. Il nordirlandese, che non è in gran giornata, prova a reagire, accorcia le distanze alla buca 9, ma da quel momento si va avanti a buche pareggiate fino alla 17ª: 2/1 e 12-11 per gli Usa. Per gli europei arrivano due punti quasi simultaneamente. Lee Westwood riscatta le scialbe prestazioni nei doppi e travolge nelle buche di rientro Matt Kuchar (3/2), che alla fine gli fa tirare anche un putt di meno di mezzo metro, con poco fair play. Poi l’Europa va in vantaggio per 13 a 12 perché Sergio Garcia non molla fino all’ultimo (1 up). Jim Furyk è davanti per 1 up alla 16, ma sulle ultime due buche segna due inattesi. Il 13° punto americano lo propizia Jason Dufner che batte Peter Hanson. L’americano è 4 up dopo otto buche, poi subisce la reazione veemente dello svedese che arriva fino all’1 down dove la sua rimonta si esaurisce (2 up). Martin Kaymer lascia a Stricker il primo vantaggio poi recupera e costringe l’americano a una stressante rincorsa che riesce per tre volte, ma è determinante il suo errore alla 17. Francesco Molinari trova Tiger Woods, come era accaduto già in Galles e sembra un po’ un ricorso storico che riporta ai tempi di Rocca, quando il bergamasco si trovava quasi sempre di fronte Love III. A Newport gli fu impossibile contrare un Tiger stellare, questa volta invece lo mette subito alla frusta e con un par e un birdie vincenti sulle prime tre buche va 2 up. Reazione immediata del numero due mondiale che impatta con due par. Nuovo vantaggio del torinese alla 10, poi ancora due par di Woods ribaltano la situazione (1 up). Molinari non molla e piazza un birdie subito dopo tornando in parità. Quindi le due buche finali già descritte e la grande festa europea, mentre i fans statunitensi ammutoliti lasciano il campo. “Sono davvero senza parole” ha detto a caldo Francesco Molinari. “Lo so, quando accadono cose di questo tipo è la frase che dicono tutti, ma francamente è un evento fuori del comune. Sono stati i due punti conquistati in extremis nei doppi a darci la forza di credere nella rimonta e poi il nostro capitano ha fatto il resto con discorsi appropriati e dandoci le motivazioni giuste. Ho affrontato Tiger Woods, memore della volta precedente quando pur avendo giocato bene era finita piuttosto male, con l’idea di esprimermi al meglio delle mie possibilità e poi tirare i conti. Nel finale ho avuto un paio di occasioni l’1 up, ma è andato benissimo il pareggio specie alla luce di quello che è valso” Il Medinah Country Club è stato all’altezza della situazione. Preparato nel tipico modo americano, anche su richiesta del capitano statunitense, ha avuto poco effetto perché ormai quasi tutti i migliori giocatori del team europeo giocano spesso negli Stati Uniti. I RISULTATI Prima giornata Foursomes: Rory McIlroy/Graeme McDowell (Eu) b Jim Furyk/Brandt Snedeker 1 up; Phil Mickelson/Keegan Bradley b Luke Donald/Sergio Garcia (Eu) 4/3; Jason Dufner/Zach Johnson b Lee Westwood/Francesco Molinari (Eu) 3/2; Ian Poulter/Justin Rose (Eu) b Tiger Woods/Steve Stricker 2/1 Fourballs: Bubba Watson/Webb Simpson b Paul Lawrie/Peter Hanson (Eu) 5/4; Phil Mickelson/Keegan Bradley b Rory McIlroy/Graeme McDowell (Eu) 2/1; Dustin Johnson/Matt Kuchar b Justin Rose/Martin Kaymer (Eu) 3/2; Lee Westwood/Nicolas Colsaerts (Eu) b Tiger Woods/Steve Stricker 1 up Risultato prima giornata: Europa p.3; Stati Uniti p. 5 Seconda giornata Foursomes: Justin Rose/Ian Poulter (Eu) b Bubba Watson/Webb Simpson 1 up; Phil Mickelson/Keegan Bradley b Lee Westwood/Luke Donald (Eu) 7/6; Jason Dufner/Zach Johnson b Nicolas Colsaerts/Sergio Garcia (Eu) 2/1; Jim Furyk/Brandt Snedeker b Rory McIlroy/Graeme McDowell (Eu) 1 up Fourballs: Dustin Johnson/Matt Kuchar b Nicolas Colsaerts/Paul Lawrie (Eu) 1 up; Bubba Watson/Webb Simpson b Justin Rose/Francesco Molinari (Eu) 5/4; Sergio Garcia/Luke Donald b Tiger Woods/Steve Stricker 1 up; Rory McIlroy/Ian Poulter (Eu) b Jason Dufner/Zach Johnson 1 up Risultato parziale seconda giornata: Europa p. 3; Stati Uniti p 5 Risultato dopo la seconda giornata: Europa p. 6; Stati Uniti p. 10 Terza giornata Singoli: Luke Donald (Eu) b Bubba Watson 2/1; Ian Poulter (Eu) b Webb Simpson 2 up; Rory McIlroy (Eu) b Keegan Bradley 2/1; Justin Rose (Eu) b Phil Mickelson 1 up; Paul Lawrie (Eu) b Brandt Snedeker 5/3; Dustin Johnson b Nicolas Colsaerts (Eu) 3/2; Zach Johnson b Graeme McDowell (Eu) 2/1; Sergio Garcia (Eu) b Jim Furyk 1 up; Jason Dufner b Peter Hanson (Eu) 2 up; Lee Westwood (Eu) b Matt Kuchar 3/2; Martin Kaymer (Eu) b Steve Stricker 1 up; Francesco Molinari (Eu) e Tiger Woods pari Risultato parziale terza giornata: Europa p. 8,5; Stati Uniti p 3,5 Risultato finale: Europa b Stati Uniti 14,5-13,5