Sul percorso dell’Old Course di St. Andrews, in Scozia, partono bene Rory McIlroy, secondo, e Scottie Scheffler, numero uno mondiale, quinto. In panne Tiger Woods, 146°. Filippo Celli è 101°
Lo statunitense Cameron Young si è preso la scena con un 64 (-8) nel primo giro del 150° The Open, il quarto major stagionale e il più longevo che si sta disputando per la 30ª volta sull’Old Course (par 72) di St. Andrews, tempio del golf mondiale, in Scozia. Tre gli azzurri in campo con Francesco Molinari, primo italiano a vincere la gara nel 2018 a Carnoustie, e Guido Migliozzi, 77.i con 73 (+1) colpi, e con il dilettante Filippo Celli, 101° con 74 (+2), entrato nel field per essersi imposto nell’European Amateur Championship a Valencia, in Spagna. E’ già finito il sogno di Tiger Woods di conquistare il quarto The Open dopo un round concluso al 146° posto con 78 (+6). Ha perso sei colpi sulle prime sette buche (due bogey e due doppi bogey), poi sono arrivati tre birdie, ma insieme ad altri tre bogey. Woods ha eguagliato così il suo peggior round al The Open, con lo stesso punteggio firmato nel 1995 quando ancora era un dilettante.
Cameron Young, 25enne di Scarborough (New York), promosso sul PGA Tour a fine 2021 dal Korn Ferry Tour grazie anche alle sue due uniche vittorie, ha disputato cinque major con un terzo posto quest’anno nel PGA Championship e quattro tagli. Ha giocato di mattina scendendo di otto colpi sotto il par con cinque birdie sulle prime nove buche e altri tre sulle seconde, senza bogey.
Buona partenza, come spesso gli è accaduto negli ultimi tempi, del nordirlandese Rory McIlroy, numero due mondiale, secondo con 66 (-6) colpi, dell’australiano Cameron Smith (n. 6) e dell’inglese Robert Dinwiddie, terzi con 67 (-5). Ritmo alto anche per Scottie Scheffler, leader del World Ranking e uno dei tre vincitori dei precedenti major (The Masters), e per Dustin Johnson, che si trovano nel gruppo al quinto posto con 68 (-4) dove figurano, tra gli altri, il norvegese Viktor Hovland e gli inglesi Lee Westwood e Barclay Brown, quest’ultimo dilettante. Non sono lontani dalla vetta, 13.i con 69 (-3), Bryson DeChambeau e, a conferma dell’ottimo momento che attraversa, Xander Schauffele (n. 5), reduce dai successi in meno di un mese nel Travelers Championship e nello Scottish Open.
Distacchi rimediabili per Patrick Cantlay (n. 4), 27° con 70 (-2), e per Jordan Spieth, 35° con 71 (-1), e poco brillanti Justin Thomas (suo il PGA Championship), Collin Morikawa, campione in carica, e l’inglese Matt Fitzpatrick, a segno nell’US Open, 55.i con 72 (par). Un colpo in più per lo spagnolo Jon Rahm (n. 3), 77° come Molinari e Migliozzi.
Hanno marciato di pari passo Francesco Molinari e Guido Migliozzi, il primo con un birdie al giro di boa e con due bogey nel finale e il vicentino con un birdie e due bogey, ma nella seconda parte del campo. Filippo Celli si è mantenuto in par per nove buche (un bogey, un birdie), poi ha proseguito con tre birdie, tre bogey e un doppio bogey.
Non sono partiti l’inglese Justin Rose, per un infortunio alla schiena, e il sudafricano Erik Van Rooyen, per problemi al collo, rispettivamente sostituiti dal giapponese Rikuya Hoshino e dall’inglese Aaron Rai.
Il montepremi è di 14 milioni di dollari, il più alto nella storia dell’evento, dei quali 2.500.000 dollari andranno al vincitore insieme alla Claret Jug, simbolo del torneo.
Nella foto, i tre azzurri