Francesco Molinari, che ha vinto il torneo nel 2018, Matteo Manassero e Guido Migliozzi saranno i tre azzurri nel field stellare del 152° The Open, il Major più antico del mondo, nato nel 1860 e con tanta storia e tradizione che hanno attraversato tre secoli.
Si gioca per la 98ª volta in Scozia e per la 10ª sul percorso del Royal Troon, a Troon (18-21 luglio 2024), dove tornerà in gara Tiger Woods e, in un contesto che comprende 49 tra i primi 50 classificati nel World Ranking, difenderà il titolo Brian Harman, il quale ha poche possibilità di ripetersi dopo un anno in cui non ha più vinto. Scottie Scheffler, numero uno mondiale con quasi il doppio dei punti sul secondo, Rory McIlroy (Open Champion nel 2014 e ultimo dei sette concorrenti capaci del wire to wire), è il favorito d’obbligo, sia per il netto dominio esercitato, sia alla luce dei sei successi stagionali, compreso quello nel Masters, che ha fatto suo per la seconda volta. Naturalmente sulla carta, perché ha per avversari grandi campioni, anche loro capaci di tutto, a iniziare proprio da McIlroy, che di titoli nel 2024 ne ha conquistati tre, due sul PGA Tour e uno sul DP World Tour. E continuando con gli altri due vincitori dei precedenti Major, Xander Schauffele (PGA Championship) e Bryson DeChambeau (US Open), uno dei 18 membri della LIV Golf al via, compresi Cameron Smith, entrato nell’albo d’oro nel 2022, Laurie Canter e John Catlin, che sono riserve nella Superlega araba.
Attraversano un buon momento Wyndham Clark, reduce da due top ten, Collin Morikawa (past winner 2021), un secondo e tre quarti posti nelle ultime sei prestazioni, e Ludvig Aberg, sempre pronto a rendersi protagonista, ma al quale manca ancora qualcosa per tenere nel round decisivo (sette piazzamenti tra i dieci nel 2024). Vantano giuste pretese tanti altri tra i quali ricordiamo Viktor Hovland, Patrick Cantlay, Hideki Matsuyama, Max Homa, Matt Fitzpatrick e l’indecifrabile Jon Rahm, che nel suo primo anno nella Superlega Araba non sta brillando. Tra gli outsider, Sahith Theegala, Matthieu Pavon, Jordan Spieth (a segno nel 2017), Tyrrell Hatton e Adam Scott, secondo nello Scottish Open e al 93° Major consecutivo. In ottica scozzese, e non solo, è molto atteso Robert MacIntyre, in grande crescita e vincitore domenica davanti a Scott. Era dal 1999 (Colin Montgomerie) che i giocatori locali non si imponevano nell’Open di casa e una curiosa coincidenza lascia una porta aperta: l’ultimo scozzese a conquistare il The Open, è stato Paul Lawrie proprio nel 1999. Chissà che non possa esserci un bis. Il montepremi è di 17.000.000 di dollari con prima moneta di 3.100.000 dollari.
Dopo il The Open, le Olimpiadi – Il The Open è l’ultima gara prima delle Olimpiadi di Parigi con il torneo di golf maschile in programma dal 1° al 4 agosto a Le Golf National. Tanti i giocatori nel field, tra i quali otto della top ten mondiale, che si trasferiranno in Francia. Difenderanno i colori azzurri Manassero e Migliozzi. Per la competizione femminile appuntamento dal 7 al 10 agosto.
Tiger Woods – Quando c’è Tiger Woods si crea sempre una certa attesa, oltre a dare un valore aggiunto a qualsiasi torneo. Dopo le ultime prestazioni (un ritiro, un 60° posto e due tagli) e i problemi fisici che accusa non sembrano esserci più margini per un miracolo, tuttavia sarà per tutti un piacere vederlo sul tee di partenza dell’evento in cui ha trionfato tre volte (2000, 2005, 2006).
Gli azzurri – Francesco Molinari disputerà il 56° Major e il 16° The Open dove, oltre al successo, si è classificato nono nel 2013 e un 13° nel 2009. Matteo Manassero (18 Major giocati) è alla settima partecipazione, l’ultima nel 2016, e ha quale miglior piazzamento la 13ª posizione nel 2009. Migliozzi è al quarto The Open consecutivo in un totale di sette presenze ai tornei del Grande Slam (una al Masters e due all’US Open con un quarto e un 14° posto).
I past winner e i record – Saranno 19 i past winner, che hanno l’esenzione fino a 60 anni. Oltre a Molinari, Harman, Smith, Spieth, Morikawa, Woods e McIlroy, parteciperanno anche Shane Lowry, Henrik Stenson, Zach Johnson, Phil Mickelson, Ernie Els, Darren Clarke, Louis Oosthuizen, Stewart Cink, Padraig Harrington, Todd Hamilton, Justin Leonard e John Daly.
Nella storia del torneo sono stati 27 i plurivincitori. Il record di vittorie è di Harry Vardon con sei, seguito con cinque da James Braid, John Henry Taylor, Peter Thomson e Tom Watson. Quest’ultimo nel 2009 sbagliò un putt di poco più di un metro con cui sarebbe divenuto a 60 anni il più vecchio vincitore dell’evento (record ancora di Tom Morris Sr, 46 anni, 102 giorni, 1867) e che lo avrebbe affiancato ad Harry Vardon. Nello spareggio perse contro Stewart Cink. Nel 1995 John Daly superò al playoff Costantino Rocca, secondo, che è stato il miglior risultato degli azzurri fino all’exploit di Molinari.
Tom Morris Jr è stato il più giovane a prevalere (17 anni, 156 giorni, 1868), l’unico ad aver conseguito quattro titoli consecutivi e il margine più alto sul secondo (13 colpi su Tom Morris Sr, 1862), ancora primato del torneo. Lo è stato anche di tutti i Major, superato nel 2000 da Tiger Woods, quando lasciò a 15 lunghezze Miguel Angel Jimenez ed Ernie Els nell’US Open. Lo score record sul giro, e per gli altri Major, è il 62 (-8) di Branden Grace (2017), realizzato poi due volte da Xander Schauffele, nel PGA Championship (2024, -9) e nell’US Open (2023, -8). Per quanto riguarda l’evento, Cameron Smith nel 2022 con “meno 20” (268 colpi su par 72) ha eguagliato il più punteggio basso in relazione al par di Henrik Stenson (264, -20, par 71, 2016), che però è recordman rispetto ai colpi.
Claret Jug – Originariamente i primi classificati nel The Open ricevettero il Challenge Belt, una cintura che però fu assegnata definitivamente a Tom Morris Jr quando si impose per la terza volta nel 1870 nel corso della sua quaterna. Nel 1871 non si giocò in attesa che il Prestwick Golf Club, il Royal and Ancient Golf Club di St Andrews e la Honorable Company of Edinburgh Golfer si mettessero d’accordo per far ruotare la manifestazione. Riprese nel 1872 con l’intesa che il vincitore sarebbe stato premiato con la Claret Jug, costata 10 sterline ciascuno ai tre circoli. Tuttavia ci fu un ritardo nella consegna e a Morris, che aveva vinto nuovamente, venne assegnata una medaglia d’oro. Nel Major, che nelle prime 29 edizioni fu appannaggio esclusivo degli scozzesi, il primo ad alzare effettivamente la Claret Jug fu Tom Kidd nel 1873, ma il nome di Tom Morris Jr è comunque il primo inciso nel trofeo. L’originale Claret Jug è esposta dal 1928 in permanenza presso la club house del Royal and Ancient, dove si trova anche l’originale Challenge Belt, donato nel 1908 dalla famiglia Morris.
Le partenze – Nei primi due round questi alcuni orari locali di partenza: ore 7,41 (12,42 secondo giro) Francesco Molinari, Justin Rose, Jasper Stubbs; ore 8,14 (13,15) Matteo Manassero, Sebastian Soderberg, Shubhankar Sharma; ore 10,42 (15,43) Guido Migliozzi, Sean Crocker, Tommy Morrison; ore 15,10 (9,58) Scottie Scheffler, Jordan Spieth, Cameron Young; ore 10,09 (15,10) Rory McIlroy, Max Homa, Tyrrell Hatton; ore 14,37 (9,25) Tiger Woods, Xander Schauffele, Patrick Cantlay.
Il torneo su Sky – Il 152° The Open sarà trasmesso in diretta da Sky, canale Sky Sport Golf, e in streaming su NOW, ai seguenti orari: giovedì 18 luglio e venerdì 19, dalle ore 7,30 alle ore 22,30; sabato 20, dalle ore 11 alle ore 21; domenica 21, dalle ore 10 alle ore 20. Commento di Marco Cogliati, Giovanni Dassù, Silvio Grappasonni, Alessandro Lupi, Massimo Scarpa, Fabrizio Redaelli e di Roberto Zappa.
Nella foto: Matteo Manassero