Rory McIlroy protagonista assoluto, vincitore con 273 (-15) colpi del DP World Tour Championship e per la terza volta consecutiva sul trono d’Europa, la sesta in carriera, e Matteo Manassero, che ha conquistato la ‘carta’ per il PGA Tour, nel torneo che ha chiuso la stagione agonistica del circuito 2024 sull’Earth Course (par 72), disegnato da Greg Norman, al Jumeirah Golf Estates di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.
In un finale molto combattuto e spettacolare il nordirlandese, che si era già imposto in questo evento nel 2012 e nel 2015, ha superato di due colpi il danese Rasmus Hojgaard, secondo con 275 (-13) e anche lui autore di ottime giocate. Al terzo posto con 277 (-11) il francese Antoine Rozner, l’australiano Adam Scott e l’irlandese Shane Lowry e al sesto con 278 (-10) l’inglese Tyrrell Hatton, membro della LIV Golf. Solo 30° con 287 (-1) Thriston Lawrence, l’unico che poteva contendere a McIlroy il successo nella Race to Dubai (ordine di merito).
Matteo Manassero (70 77 69 71) ha chiuso alla pari con Lawrence e con il 12° posto nel ranking ha ottenuto, come detto, una delle “carte” per il PGA Tour riservate ai primi dieci non altrimenti esenti. Guido Migliozzi è terminato 19° con 284 (72 70 71 71, -4) e, 21° nella money list, ha sfiorato l’impresa di varcare anche lui l’Oceano. Più indietro Francesco Laporta 45° con 295 (72 75 70 78, +7).
Rory McIlroy (67 69 68 69), 35enne di Holywood, ha nel palmarès 26 titoli sul PGA Tour, comprensivi di quattro Major e tre WGC e, al netto di questi, undici sul DP World Tour, oltre a tre FedEx Cup. Nella quinta e ultima gara delle Rolex Series ha condotto il round finale in 69 (-3) colpi con sei birdie, decisivi quelli alla 16 e alla 18, e tre bogey. Per il successo ha ricevuto un assegno di 3.000.000 di dollari su un montepremi di 10.000.000 milioni di dollari, oltre a un bonus di 2.000.000 su un totale di sei milioni da dividere tra i primi dieci dell’ordine di merito. Con il sesto titolo nella Race to Dubai ha raggiunto Severiano Ballesteros al secondo posto nella classifica dei plurivincitori avvicinando il leader, lo scozzese Colin Montgomerie con otto. Ha il tempo per raggiungerlo o superarlo, ma non potrà mai togliergli un primato destinato probabilmente a rimanere imbattuto: i sette successi di fila dal 1993 al 1999.
Manassero e Migliozzi hanno fatto corsa parallela con un 71 (-1) iniziato per entrambi con due bogey e poi proseguito con quattro birdie e un altro bogey. Per il secondo il rammarico di aver perso la ‘carta’ americana, ma tutti e due hanno condotto una bella stagione con una vittoria ciascuno.
“E’ stata una stagione incredibile, penso che il golf – ha detto Manassero – mi abbia dato molto di più di quanto mi potessi aspettare. Ho vissuto momenti bellissimi e credo di essere migliorato tantissimo. Per il prossimo anno cambieranno gli scenari, ma non gli obiettivi. Non mi interessa dove e con chi giocherò, ma essere costruttivo nel percorso che sto facendo”.
Laporta forse è arrivato un po’ scarico all’appuntamento finale, però nei due precedenti tornei ha effettuato un gran recupero dall’84° posto nella money list, salendo prima al 60° per entrare nel primo dei due PlayOffs conclusivi (Abu Dhabi HSBC Championship, 13°) e poi al 52° per partecipare al secondo.
Nella Race to Dubai McIlroy ha preceduto Hojgaard che, grazie alla sua bella prova, ha superato sul filo di lana Lawrence, sceso in terza posizione. In 52ª Laporta e in 79ª Pavan.
Il DP World Tour non si concede soste. La prossima settimana inizia la nuova stagione, in anticipo sull’anno solare, con la disputa del BMW Australian PGA Championship al Royal Queensland GC di Brisbane (21-24 novembre) al quale parteciperanno Renato Paratore e Filippo Celli.
Nella foto: Rory McIlroy (Credit Getty Images)