Il Challenge Tour si trasferisce dalla Svizzera alla Repubblica Ceca per la quart’ultima tappa stagionale. Al Royal Beroun Golf Club, nella città da cui il circolo prende il nome, è in programma dal 2 al 5 ottobre il D+D Real Czech Challenge al quale partecipano cinque giocatori italiani: Piero Bovari, Aron Zemmer, Filippo Bergamaschi, Federico Livio e Davide Buchi.
E’ un evento in cui quasi tutti i migliori hanno dato forfait in vista degli ultimi tre impegni determinanti ai fini dell’assegnazione delle 20 “carte” per il DP World Tour 2025 che spetteranno ai migliori della Road To Mallorca (ordine di merito), ossia l’Hainan Open (10-13 ottobre), l’Hangzhou Open (17-20 ottobre), entrambi in Cina, e il Rolex Challenge Tour Grand Final dove il circuito si concluderà e al quale saranno ammessi i primi 45 della money list.
In gara, quindi, solamente sette giocatori tra i primi 30 della Road To Mallorca: nessuno tra i primi dieci, quattro entro i 20 (il sudafricano Deon Germishuys, l’inglese Jack Senior, il francese Pierre Pineau e il finlandese Oliver Lindell) e tre fra i 21 e i 30 (il danese Lucas Bjerregaard, l’inglese Sam Hutsby e lo scozzese Daniel Young). Due i vincitori stagionali in campo, l’inglese Frank Kennedy (n. 33) e il danese Jonathan Goth-Rasmussen (n. 34), che hanno una buona occasione per rilanciarsi, dopo che non hanno sfruttato al meglio il titolo.
Da seguire, oltre ai citati, due past winner, l’inglese Ross McGowan (2019), anche runner up nel 2015 e vincitore di un Open d’Italia (2020), e Damien Perrier (2016), oltre al norvegese Kristian Krogh Johannessen e al portoghese Ricardo Santos, secondi rispettivamente nel 2021 e nel 2019.
Il torneo, nato nel 2012 e giunto alla 12ª edizione (non si è giocato nel 2020 per la pandemia), è stato vinto lo scorso anno da Andrea Pavan, unico azzurro nell’albo d’oro e unico ad essersi imposto anche nel D+D Real Czech Masters, il fratello maggiore in calendario sul DP World Tour. Il montepremi è di 270.000 euro dei quali 43.200 destinati al primo in graduatoria.
Nella foto: Pietro Bovari