Andrea Rota ha vinto con 132 (68 64, -10) colpi il 22° Campionato Maestri della PGA Italiana sul percorso del Molinetto Country Club (par 71) a Cernusco sul Naviglio (MI). Ha superato Guglielmo Bravetti (136, -6), e Marco Archetti (137, -5). Al quarto posto con 138 (-4) Federico Colombo, Michele Reale, che difendeva il titolo, Emmanuele Lattanzi e Pietro Ricci, leader dopo un giro. Nelle classifiche a coppie hanno prevalso nella categoria scratch Anibal Cristian Fallotico con il figlio, l’azzurro Lucas Nicolas (127, -15) e nella pareggiata Michele Reale con Flaminia D’Onofrio (120, -22). Al vincitore è andato un assegno di 2.700 euro su un montepremi di 20.000 euro.
Andrea Rota (nella foto), 33 anni di Bergamo, ha una vita professionale che corre su due binari, senza apparenti conflitti. Se a insegnare aveva iniziato a 18 anni, all’esordio da pro, in campo ha esperienza quanto basta, con undici anni tra Alps e Challenge Tour alle spalle. “È proprio questo che mi ha permesso di affrontare il giro finale con grande serenità, pur partendo due colpi dietro e con tanti ottimi giocatori tra i primi”.
E poi motivazione e confidenza. “Volevo questo titolo che mi era sfuggito lo scorso anno (secondo dietro a Michele Reale, ndr.) e contavo sull’ottima media score degli ultimi tempi, con diversi “-5” in pro-am e nella recente gara dell’Alps Tour, il Memorial Bordoni a La Pinetina”. Qualche colpo al green poco preciso nel primo giro e diciotto buche da manuale nel secondo, con una partenza aggressiva, 16 green presi, otto birdie e un bogey per il 64 (-7). Un campo delicato per un giocatore potente come lui, ma il ferro 2 (che tira a 240 metri) gli ha permesso di lasciare qualche volta il driver nella sacca. “Le sensazioni del momento hanno dettato le mie scelte”.
Nel 2016 Andrea Rota aveva vinto il PGAI Championship, per poi rallentare con il golf giocato (“avevo bisogno di staccare”), prendere moglie (Sara, “grande motivatrice”) e dedicarsi ai suoi allievi: quelli del Golf Indoor di Mozzo (Bergamo) e quelli dell’Albenza. Meglio giocare o insegnare? “La soddisfazione di alzare al cielo una coppa è indescrivibile, perché esprime anni di lavoro, tuo e del tuo staff. Ma anche incontrare persone che vogliono rubarti qualcosa della tua esperienza, un piccolo segreto, è altrettanto motivante”. Poche gare (tutte in Italia), ma qualità in crescendo: così il prossimo settembre lo aspettano nuovamente le qualifiche per il tour europeo.