INTERVISTA CON FRANCESCO MOLINARI – Pur avendo già provato la gioia della vittoria in un Open d’Italia, gareggiare su questo percorso ti darà motivazioni particolari e sarà qualcosa di diverso? “Si, per me sarà l’Open d’Italia più speciale. Non ero presente come giocatore nell’edizione del 1999 disputata qui al Circolo Golf Torino e per questo motivo sarà un onore partecipare al torneo. Tutto quello che so del golf, l’ho imparato su questo campo. Domani sul tee della 1 proverò un’ emozione molto forte”. – Come giudichi le tue condizioni di forma in questo momento? “Non attraverso un momento strepitoso. Arrivo da due tagli mancati, ma credo che l’Open mi darà motivazioni speciali e mi aiuterà a farmi ritrovare il tono giusto”. – Che valutazione dai alla tua stagione? “E’ stata un’annata altalenante, sicuramente non la mia migliore. Dopo nove anni di professionismo so che non sempre si riesce a ottenere i risultati sperati. Ritengo, comunque, di essermi mantenuto su un buon livello e spero di fare meglio d’ora in poi”. – Come analizzi il restyling del percorso? – Credo sia stato fatto un ottimo lavoro e anche i commenti dei miei colleghi stranieri sono stati molto positivi. Il campo è più delicato del passato e i green sono un pò più grandi con pendenze più accentuate. Ci saranno maggiori opportunità di arrivare in green, ma immagino che potranno anche essere messi a segno putt abbastanza lunghi per il birdie”. – I green più grandi come potranno incidere sul tuo gioco? “Ritengo possa essere un vantaggio, soprattutto se non si è molto precisi con i ferri. E’ sempre preferibile avere l’opportunità di puttare, seppur da lontano, piuttosto che trovarsi costretti a recuperare da un bunker o dal rough”. – Si parla di uno stimpmeter con 12 come valore di velocità del percorso. Un dato ragguardevole “Ho saputo di questi rilevamenti. Se non pioverà, sicuramente si toccherà quei livelli e sarebbe una delle prime volte con dei green così veloci per un percorso italiano. Su tali campi di solito prevale chi è più in forma nella settimana”. – Il segreto per far bene su questo percorso? “Tenere la palla in gioco dal tee. Bisognerà essere molto competitivi sul green, dal momento che si vedranno imbucare molti putt anche da lunghe distanze”. – Hai avuto modo di confrontarti con il nuovo capitano della Ryder Cup, Paul McGinley? “Già da maggio siamo in contatto e recentemente a Gleneagles abbiamo condiviso le impressioni sui cambiamenti al tracciato scozzese. E’ molto attento al dialogo con i giocatori e ha voluto spiegarci il criterio con il quale opererà le sue scelte, tutte basate su dati oggettivi, frutto dei suoi studi statistici”. INTERVISTA CON MATTEO MANASSERO -Torni per la quinta volta all’Open d’Italia, che ha segnato il tuo avvio della carriera da professionista. Come ti avvicini a quest’appuntamento? “Dopo i major è indubbiamente il torneo a cui noi italiani teniamo di più. Bisogna arrivarci con la giusta preparazione, così da divertirci e far divertire il pubblico. L’Open nazionale merita un italiano in lizza per il titolo fino all’ultimo giorno di gara e mi auguro possa essere così in quest’edizione”. – Dopo il trionfo nel BMW PGA Championship hai avuto una flessione. Te lo aspettavi? “Non credevo potesse verificarsi un calo di gioco così drastico. Ritengo sia stato il frutto di un eccessivo stress psicofisico accumulato nei tanti tornei disputati prima dell’estate. Nei momenti difficili non sono riuscito a dare sempre il 100%, ma ciò era prevedibile. Alla luce di queste considerazioni, ho scelto di concedermi una pausa nella parte centrale dell’anno in vista del rush finale”. -In questo momento come ti senti? “Sono in crescita, soprattutto dal punto di vista mentale. Anche a Crans Montana e in Olanda, pur non esprimendomi al massimo, sono riuscito a ottenere buoni punteggi. L’importante in una gara sta nel limitare i danni quando non si è al top”. -In che condizioni hai trovato il campo? “Il percorso è in ottimo stato. Sarà un torneo molto insidioso, con tante opportunità di birdie. I green non sono tanto duri e valutando bene le distanze ci si può avvicinare molto alle bandiere e creare i presupposti per degli score bassi. E’ necessario essere precisi dal tee e mettere la palla in fairway”. -Gonzalo Fernandez Castano ti ha indicato fra i principali candidati alla vittoria, insieme a Francesco Molinari e ai giocatori spagnoli. Sei d’accordo con questo pronostico? “Sicuramente, è un percorso che si addice alle mie caratteristiche di gioco. Questo campo non necessita di un drive lungo e dritto e ciò mi conforta. Non voglio nascondermi e credo di poter far bene. Penso che anche Alvaro Quiros possa giocare un ottimo torneo, al pari di Francesco Molinari e di Lorenzo Gagli. Per noi italiani in cerca di riscatto, questo torneo rappresenta un’occasione ghiotta. Anche Alessandro Tadini e Matteo Delpodio, se riusciranno a esprimersi al meglio, potranno ambire a un piazzamento in top five”. -Ci descrivi l’evoluzione del tuo gioco degli ultimi sei mesi? “E’ un percorso di crescita teso a guadagnare più metri così da aumentare la mia competitività. La parte centrale del corpo si è velocizzata parecchio e ho avuto qualche problema nel memorizzare questo nuovo stato di cose. Col passare del tempo, però, ho iniziato a prendere maggiore confidenza con gli accorgimenti tecnici adoattati”. INTERVISTA CON GONZALO FERNANDEZ CASTAÑO – Un campo diverso questa settimana, deve essere comunque bello difendere il titolo. “E’ una cosa molto speciale. Probabilmente è il torneo che ho atteso di più questa stagione. E’ sempre bello giocare da campioni uscenti, ma soprattutto in Italia dove ho già vinto due volte ed in particolar modo qui a Torino dove ho ricevuto tanto supporto dagli italiani. Ho sentito parlare molto bene del Circolo Golf Torino da Francesco e da Edoardo Molinari e devo dire che il campo è veramente fantastico”. – Sei appena stato nella tenda ospitalità Lindt a fare dei cioccolatini? “Si, è stato molto divertente! Tornerò a casa con qualche chilo in più, ma devo anche ammettere che è bello ricevere qualcosa in cambio dalla Lindt dopo tutti i soldi che ho investito nel loro cioccolato negli anni passati! E’ bello averli come sponsor e spero che continuino con l’Open d’Italia ed anche con il golf in generale”. – Se vinci qui per la terza volta, sarai il re d’Italia… “Non so se riuscirò a impormi nuovamente, ma adoro questo torneo. Purtroppo alcune volte non l’ho potuto disputare a causa di concomitanze nel calendario, ma mi è sempre piaciuto venire qui. Se mi riuscisse di vincere per la terza volta magari se non re, potrei essere proclamato principe” INTERVISTA CON RETIEF GOOSEN “Negli ultimi due anni – esordisce Retief Goosen (nella foto) – ho subito parecchi infortuni. La schiena sembrava essere tornata in ordine all’inizio dell’anno quando all’improvviso, a maggio, ho avuto nuovi problemi e non riuscivo a colpire la palla. Mi è stata in seguito diagnosticata una frattura ho dovuto prendermi altri tre o quattro mesi di riposo. Ieri è stata la prima volta che ho giocato 18 buche dopo cinque mesi. Devo ammettere che mi sono sentito strano. Non avevo idea di dove andasse la palla e penso di averne perse almeno quattro. E’ bello però essere nuovamente in campo e sono molto motivato, anche se non mi attendo di vincere”. – Sei contento di essere tornato in Italia? “Sono molto eccitato al pensiero di giocare nuovamente in Italia. Non lo faccio da molto tempo, ma l’Italia per me è un posto speciale, ci sono venuto con mia moglie in luna di miele molti anni fa ed ogni volta che ci ritorno mi rievoca dei bellissimi ricordi”. – Hai detto che non ti aspetti di vincere. Pensi di classificarti tra i primi 20? “Non mi attendo niente, ma vincere sarebbe chiaramente bello. Ci sono nel field dei giocatori veramente buoni. Penso che lo standard qualitativo sull’European Tour sia molto migliorato negli ultimi 15 anni. Non ha importanza dove giochi ora, devi sempre esprimerti al top per poter prevalere”