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143° Open Championship: trionfa Rory McIlroy ma è anche Grande Italia

  20 Luglio 2014 News
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Rory McIlroy (nella foto) ha trionfato con 271 colpi (66 66 68 71, -17) nel 143° Open Championship, il terzo major stagionale che si e disputato sul percorso del Royal Liverpool GC (par 72), a Hoylake in Inghilterra e che ha riservato belle soddisfazioni in chiave azzurra, perché mai tre giocatori italiani era terminati tra i primi 20 in graduatoria: un grande Edoardo Molinari, settimo con 277 colpi (68 73 68 68, -11), quindi Francesco Molinari, 15° con 280 (68 70 75 67, -8), e Matteo Manassero, 19° con 282 (67 75 68 72, -6), che pur con qualche pausa nel gioco si sono ritagliati a varie fasi un ruolo da protagonisti. McIlroy, nordirlandese di Holywood, ha firmato a 25 anni il terzo major in carriera, (dopo US Open 2011 e US PGA Championship 2012) per un palmares che comprende anche altre quattro vittorie nell’European Tour e tre nel PGA Tour. Con il titolo è salito dal settimo al secondo posto del World Ranking ed è divenuto il primo della sua terra ha imporsi in tre major, traguardo che ha raggiunto in 24 presente a questo tipo di gare. Il nordirlandese è stato in testa sin dall’inizio, ma nel finale, affrontato con sei colpi di vantaggio, ha avuto vita dura per gli attacchi dello spagnolo Sergio Garcia e dello statunitense Rickie Fowler, entrambi secondi con 273 (-15), Al quarto posto con 275 (-13) il sempreverde Jim Furyk, al quinto con 276 (-12)  gli australiani Adam Scott e Marc Leishman, al settimo, insieme a Edoardo Molinari, il sudafricano Charl Schwartzel, al nono con 278 (-10) il nordirlandese Graeme McDowell, l’irlandese Shane Lowry e il francese Victor Dubuisson, sempre più in crescita. e, alla pari con Manassero, Keegan Bradley e l’argentino Angel Cabrera. Era sicuramente esagerato prendere per oro colato le parole di Tiger Woods alla vigilia, in cui aveva dichiarato la sua intenzione di vincere, però non ci si poteva attendere che terminasse quasi in coda, 69° con 294 (69 77 73 75, +6). Malinconico 75 (+3) a chiudere con tre birdie, quattro bogey e un doppio bogey sul percorso che l’aveva vinto dominare nel 2006 (270, -18). Tiger non è stato il solo deluso, perché la lista è lunga, come sempre accade quando ci sono tanti campioni in campo tesi alla conquista del titolo. In prima fila Phil Mickelson, campione uscente, e l’inglese Justin Rose, 23.i con 283 (-5), quindi il sudafricano Louis Oosthuizen e Jordan Spieth, 36.i con 286 (-2), lo svedese Henrik Stenson, 39.i con 287 (-1), Zach Johnson e l’inglese Paul Casey, 47.i con 288 (par), Matt Kuchar, 54° con 290 (+2), l’inglese Luke Donald, 64° con 292 (+4), e il tedesco Martin Kaymer, 70° con 296 (+8). E’ andata anche peggio, perché usciti al taglio (caduto a 146, +2) agli inglesi Lee Westwood, sempre più destinato a un palmares senza major, e Ian Poulter, 73.i con 147 (+3),a  Bubba Watson, 89° con 148 (+4), al sudafricano Ernie Els e all’irlandese Padraig Harrington, 131.i con 152 (+8), e a Webb Simpson, 137° con 153 (+9). Più che soddisfatto, invece, Tom Watson, che a 65 anni è terminato 51° con 289 (+1) grazie a un 68 (-4), miglior giro personale. Ad attaccare decisamente McIlroy è stato Sergio Garcia, che gli rendeva sette colpi sul tee di partenza. Approfittando dell’andatura lenta del leader (tre birdie e altrettanti bogey in 13 buche) lo spagnolo con tre birdie in cinque buche e un eagle alla 10ª si è portato a due colpi. Quando ci si attendevano i fuochi d’artificio, Garcia finiva in un bunker alla buca 15. Poteva tutto risolversi in un par, ma l’uscita era un flop: la palla ricadeva nella sabbia e con l’inevitabile bogey l’iberico lasciava virtualmente il Claret Jug, il mitico trofeo dell’Open Championship, nelle mani del nordirlandese, che peraltro lo ha strameritato. Nel finale Garcia segnava ancora due birdie per il 66 (-6), mentre McIlroy metteva un punto fermo al successo con un birdie alla buca 16, per poi godersi l’ovazione del pubblico. Quanto a Fowler dopo due birdie si scatenava sulle ultime quattro buche e con altri tre (67, -5) agganciava Garcia.  “Non è stato un successo facile – ha detto McIlroy – perché dietro c’erano giocatori ben motivati e che credevano nel possibile recupero. Il vantaggio era diminuito di parecchio, ma è rimasto sempre entro il limite dei due colpi e questo mi ha lasciato abbastanza tranquillo, perché sapevo di poter contare sui due par 5 finali. Certo, vincere tre tornei del grande slam entro i 25 anni d’età è una cosa per me veramente straordinaria”. Il successo gli ha fruttato un assegno di 975.000 sterline (circa 1.176.000 euro) su un montepremi di 5.400.000 sterline (oltre 6.800.000 euro) Edoardo Molinari si è reso autore di una grande prova e ha dimostrato che il brutto periodo attraversato dopo i problemi alla mano è ormai dimenticato. Ha iniziato al terzo posto, è sceso al 15°, poi è tornato tra i top ten con due giri in 68 (-4). Nel secondo, dopo quattro buche d’attesa, ha cambiato marcia dalla quinta alla nona scendendo tre colpi sotto par con quattro birdie e un bogey, poi ha tenuto  una condotta molto oculata siglando il quinto birdie sul green conclusivo. Francesco Molinari, dopo la defaillance del terzo turno (75, +3), che l’ha relegato dalla terza posizione, in cui era rimasto per due turni, alla 23ª, ha avuto una grande reazione, come nelle sue corde, e con un 67 ne ha recuperate otto per una classifica molto apprezzabile. Non ha commesso errori e dopo tre birdie nelle prime dieci buche ha terminato in gloria con un eagle. Matteo Manassero, arrivato al Royal Liverpool GC ben caricato dal quarto posto in Scozia, ha iniziato al secondo. Da quel momento, però. è andato in altalena passando al 19°, risalendo al settimo e tornando ancora al 19° per il miglior risultato da professionista nel major, mentre da dilettante aveva conseguito il 13°. Giro in 72 colpi con un bogey pareggiato da un birdie, quindi un doppio bogey alla 14ª compensato da altri due birdie. Terzo giro – Il nordirlandese Rory McIlroy, leader con 200 colpi (66 66 68, -16), ha proseguito la sua splendida corsa di testa nel 143° Open Championship, il terzo major stagionale che si sta disputando sul percorso del Royal Liverpool GC (par 72), a Hoylake in Inghilterra. Il 25enne di Holywood, che ha già due major nel palmares (US Open 2011 e US PGA Championship 2012), inizierà il giro finale con ben sei colpi di vantaggio sullo statunitense Rickie Fowler (206, -10), sette sullo spagnolo Sergio Garcia e su Dustin Johnson ( 207, -9) e otto sul francese Victor Dubuisson (208, -8). Sono risaliti in graduatoria, fornendo una bella prova e due score di 68 (-4), stesso parziale di McIlroy, Edoardo Molinari, da 15° a sesto con 209 (68 73 68, -7), e Matteo Manassero, da 19° a settimo con 210 (67 75 68, -6), che è affiancato da Jim Furyk, dall’australiano Adam Scott, numero uno mondiale, dallo svedese Robert Karlsson e dal sudafricano Charl Schwartzel. Ha ceduto Francesco Molinari, da terzo a 23° con 213 (68 70 75, -3), dopo un 75 (+3). Il ritmo di McIlroy ha lasciato minime speranze di recupero a coloro che gli sono subito dietro in classifica, mentre già dal secondo turno stanno solo pensando a migliorare la propria posizione senza grandi traguardi tanti altri che avevano ambizioni diverse come il nordirlandese Graeme McDowell e l’inglese Justin Rose, 12.i con 211 (-5), alla pari con l’altro nordirlandese Darren Clarke rinvenuto con un 67 (-5) miglior score di giornata. o come Jordan Spieth, stesso punteggio di Francesco Molinari. Mai in corsa per riconfermarsi campione Phil Mickeson, vincitore della passata edizione, 34° con 215 (-1) insieme all’argentino Angel Cabrera, e ancora più indietro in classifica Hunter Mahan e il thailandese Thongchai Jaidee, 38.i con 216 (par), Zach Johnson, l’inglese Luke Donald, il tedesco Martin Kaymer e il danese Thomas Bjorn, 45.i con 217 (+1), Matt Kuchar, l’inglese Paul Casey e lo svedese Henrik Stenson, 52.i con 218 (+2). Chi sperava in una risalita di Tiger Woods, dopo che si era salvato di misura dal taglio, è rimasto piuttosto deluso, perché l’ex numero uno mondiale è ancora quasi in coda, 58° con 219 (69 77 73, +3). Per la verità sulle prime dieci buche con quattro birdie e un bogey ha alimentato quelle speranze, poi un doppio bogey e un triplo bogey le hanno frustrate. Un birdie a chiudere ha fatto 73 (+1). Tiger, come tutti i giocatori oltre metà classifica, è partito dalla buca 10 perché sono stati scelti i doppi tee di avvio onde prevenire le forti piogge annunciate nel pomeriggio, ma si è giocato comunque in parte sotto l’acqua. McIlroy ha preso sei colpi di vantaggio, che sono un bottino quasi incredibile se si pensa che alla buca 13 era alla pari sul “meno 12” con Fowler. L’americano, infatti, che gli rendeva sei colpi in partenza, lo ha agganciato alla buca 12 dopo un forcing con sette birdie e un bogey, al quale il nordirlandese ha opposto un cammino in par (due birdie e due bogey). Dopo una buca di leadership comune è stato McIlroy a cambiare passo, mentre Fowler è andato improvvisamente in bambola. Un birdie del primo combinato con un bogey dell’americano alla 14ª ha fatto una differenza di due colpi e che nelle tre buche finali sono tornati ai sei di partenza perché McIlroy ha infilato due eagle sui par 5, contro un bogey, e Fowler ha segnato altri due bogey e un birdie. Per entrambi 68 (-4). Il giro di Clarke è stato caratterizzato da cinque birdie e da un bogey, mentre Adam Scott dopo nove buche in par ha incrociato un triplo bogey che ha avuto la forza e la classe di neutralizzare con cinque birdie nel resto del tracciato (69, -3). Edoardo Molinari ha dato subito un segno della sua buona giornata cominciando con due birdie, poi ha subito un bogey (7ª) e ha proseguito con altre due coppie di birdie (10ª-12ª e 15ª-18ª) intervallate da un altro bogey (13ª). Brutta partenza, invece, per Manassero, con due bogey, ma è stato subito riscatto con quattro birdie di fila, quindi nuova frenata per un bogey alla 7ª. Comunque il colpo sotto par dopo sette buche molto movimentate gli ha dato il morale giusto per il gran finale con tre birdie. L’avvio di Francesco Molinari con tre bogey non poteva essere peggiore sotto l’aspetto psicologico, soprattutto perché giocava insieme a McIlroy e a Dustin Johnson, ossia il primo e il secondo in quel momento. Fino alla 12ª buca le cose non sono migliorate, complici anche un paio di putt abbastanza sfortunati. Ha dovuto assommare altri due bogey in uno score devastato, mentre scendeva oltre metà classifica. Per molti giocatori sarebbe potuta finire con un tracollo, ma il torinese ha una forza d’animo fuori del comune. Così ha atteso pazientemente l’occasione per una parziale rimonta che si è materializzata sui due par 5 finali con due birdie che gli hanno ridato quanto meno una posizione più consona in graduatoria e un bel po’ di morale per affrontare al meglio l’ultimo giro. Il montepremi è di 6.800.000 euro. Il torneo su Sky – La giornata finale dell’Open Championship sarà teletrasmessa domani, domenica 20 luglio, con collegamento sui canali Sky Sport 2 e 2 HD dalle ore 11 alle ore 20,30. Al termine andrà in onda Studio Golf, trasmissione di 30 minuti condotta da Francesca Piantanida. Replica alle ore 23,30 sui canali Sky Sport 2 e 2HD. Commento di Silvio Grappasonni, Massimo Scarpa, Nicola Pomponi e di Roberto Zappa Secondo giro – Francesco Molinari ha dato seguito al suo ottimo primo giro ed è rimasto al terzo posto con 138 colpi (68 70, -6) nel 143° Open Championship, il terzo major stagionale che si sta disputando sul tracciato del Royal Liverpool GC (par 72), a Hoylake in Inghilterra. Hanno sofferto, ma hanno comunque mantenuto una posizione di rilievo Edoardo Molinari, da terzo a 15° con 141 (68 73, -3), e Matteo Manassero, da secondo a 19° con 142 (67 75, -2). Il nordirlandese Rory McIlroy ha confermato la leadership con 132 colpi (66 66, -12), confezionando il secondo 66 (-6) consecutivo e ha fatto il vuoto alle sue spalle relegando a quattro colpi Dustin Johnson (136 – 71 65, -8), rinvenuto dalla 33ª piazza con 65 (-7), miglior punteggio del turno. Molinari è insieme a Ryan Moore, Rickie Fowler, allo spagnolo Sergio Garcia  e ai sudafricani Charl Schwartzel e Louis Oosthuizen. Ha tenuto un buon passo Jim Furyk, nono con 139 (-5) alla pari con il sudafricano George Coetzee e con lo scozzese Marc Warren, mentre Edoardo Molinari è affiancato dal danese Thomas Bjorn e dagli australiani Adam Scott, leader mondiale, e Marc Leishman. L’inglese Justin Rose naviga insieme a Manassero ed è stata giornata nera per Tiger Woods, 56° con 146 (69 77, +2), che si è salvato dal taglio con un birdie sull’ultima buca, l’unico del suo giro in 77 (+5), dopo una partenza con doppio bogey-bogey e un triplo bogey alla 17ª. Stanno meglio in graduatoria, ma probabilmente già fuori gioco, il nordirlandese Graeme McDowell, 24.i con 143 (-1), Phil Mickelson, campione uscente, Matt Kuchar, Keegan Bradley e il thailandese Thongchai Jaidee, 31.i con 144 (par), il tedesco Martin Kaymer, lo svedese Henrik Stenson, l’inglese Paul Casey e l’argentino Angel Cabrera, 43.i con 145 (+1), Zach Johnson, Jordan Spieth e l’inglese Luke Donald che hanno lo stesso score di Woods. Con loro anche Tom Watson, che a 65 anni, continua a destare meraviglia con il suo gioco. Sono usciti al taglio, caduto a 146: gli inglesi Lee Westwood, sempre più destinato a un palmares senza major, e Ian Poulter, 73.i con 147 (+3), Bubba Watson, 89° con 148 (+4), il sudafricano Ernie Els e l’irlandese Padraig Harrington, 131.i con 152 (+8), e Webb Simpson, 137° con 153 (+9). McIlroy dopo un bogey in avvio e quattro buche in par ha cambiato marcia e ha infilato sette birdie per il 66 che lo ha fatto volare. Senza sbavature il cammino di Johnson che ha confezionato il 65 con sette birdie. Partenza con bogey anche per Francesco Molinari, che subito dopo ha infilato tre birdie ed è finito in testa alla classifica. Prima del giro di boa, però, la doccia fredda con un doppio bogey e un bogey in sequenza. Dalla buca 10 alla buca 14 ha poi realizzato altri tre birdie per il 70 (-2). Dieci buche dure per Edoardo Molinari, con tre bogey, ma ha pareggiato i conti con il campo grazie a tre birdie consecutivi, dalla 12ª alla 14ª, prima dell’inatteso bogey alla 18ª per il 73 (+1). Manassero (75, +3 colpi) ha chiuso in “meno 1” le cinque buche iniziali (un bogey e due birdie), ma successivamente è andato in affanno e sono arrivati tre bogey tra la 6ª e la 11ª e un doppio bogey alla 14ª. Infine birdie alla 18ª a risollevare classifica e morale. Il montepremi è di 6.800.000 euro. Il torneo su Sky – L’Open Championship ha ampia copertura sulla TV satellitare Sky con collegamenti sui canali Sky Sport 2 e 2 HD ai seguenti orari: sabato 19 luglio, dalle ore 11 alle ore 20,30; domenica 20, dalle ore 12 alle ore 19,45. Al termine di ogni diretta andrà in onda Studio Golf, trasmissione di 30 minuti condotta da Francesca Piantanida. Repliche: sabato 19 luglio a domenica 20, alle ore 23,30 sui canali Sky Sport 2 e 2HD. Commento di Silvio Grappasonni, Massimo Scarpa, Nicola Pomponi e di Roberto Zappa.   Primo giro – Grande inizio per i giocatori italiani nel 143° Open Championship, il terzo major stagionale che si sta disputando sul tracciato del Royal Liverpool GC (par 72), a Hoylake in Inghilterra. Infatti Matteo Manassero è al secondo posto con 67 (-5) colpi, uno in più del leader, il nordirlandese Rory McIlroy, autore di un 66 (-6), e Francesco ed Edoardo Molinari sono al terzo con 68 (-4). Affiancano i due fratelli torinesi Jim Furyk, Brooks Koepka, lo spagnolo Sergio Garcia, l’australiano Adam Scott e l’irlandese Shane Lowry. E’ in decima posizione con 69 (-3) Tiger Woods insieme a Rickie Fowler, allo svedese Robert Karlsson, all’australiano Marc Leishman e al giapponese Koumei Oda. Hanno già un discreto distacco, anche se non irrecuperabile, Jordan Spieth, Dustin Johnson, Zach Johnson, l’inglese Lee Westwood e il sudafricano Charl Schwartzel, 33.i con 71 (-1), lo svedese Henrik Stenson, il thailandese Thongchai Jaidee e l’inglese Justin Rose, 49.i con 72 (par). Accusano un ritardo maggiore Matt Kuchar, il tedesco Martin Kaymer e gli inglesi Luke Donald e Ian Poulter, 65.i con 73 (+1), e  non ha iniziato nel migliore dei modi Phil Mickelson, campione uscente, 84° con 74 (+2) alla pari con l’inglese Paul Casey, con il nordirlandese Graeme McDowell e con l’irlandese Padraig Harrington. A forte rischio di taglio Webb Simpson, Bubba Watson e l’argentino Angel Cabrera, 125.i con 76 (+4),  e  il sudafricano Ernie Els, 145° con 79 (+7). “Dalla fine del 2011 – ha detto Edoardo Molinari – la mia carriera non è stato molto divertente. E’ frustrante essere condizionati da un infortunio e non poter far nulla. Fortunatamente stiamo parlando del passato ed è stata sicuramente una bella cosa aver ottenuto in Irlanda il pass per venire a giocare l’Open Championship a neanche un anno dall’intervento. Oggi il responso è stato davvero lusinghiero: se manterrò gli stessi ritmi nei prossimi tre giorni significherà che sto andando dalla parte giusta”. Manassero, che dopo il 13° posto da dilettante (2009) non ha più superato il taglio nelle successive due apparizioni al torneo, nell’occasione ha al suo fianco come caddie il coach Alberto Binaghi. Viene da un gratificante quarto posto allo Scottish Open: “In Scozia non potevo fare preparazione migliore per questo impegno. Abbiamo avuto dal vento forte alla calma piatta e una serie di condizioni variabili per tutta la gara che ora mi fanno sentire a mio agio sul tracciato. Quella buona prestazione, inoltre, dopo una metà stagione un po’ altalenante mi ha dato il morale giusto. Ho visto in campo pratica Edoardo e Francesco e mi hanno veramente impressionato. Ora siamo tutti e tre in alta classifica e sarebbe molto bello se domenica pomeriggio almeno uno di noi rimanesse lassù”. McIlroy ha messo a segno sei birdie, tre per ciascuna metà del campo, senza bogey; Manassero sette birdie, di cui tre in coda dopo un po’ di altalena, e due bogey. Anche per Edoardo Molinari buon finale con due birdie che hanno seguito tre birdie in dieci buche e un bogey. Francesco Molinari ha iniziato con un bogey, poi ha realizzato quattro birdie e un bogey prima dell’eagle a chiudere. Avvio in affanno per Tiger Woods con due bogey, ma ha reagito da par suo con sei birdie, anche se ha dovuto accusare un terzo bogey. Il montepremi è di 6.800.000 euro. Il torneo su Sky – L’Open Championship ha ampia copertura sulla TV satellitare Sky con collegamenti sui canali Sky Sport 2 e 2 HD ai seguenti orari: venerdì 18 luglio, dalle ore 10 alle ore 21; sabato 19, dalle ore 11 alle ore 20,30; domenica 20, dalle ore 12 alle ore 19,45. Al termine di ogni diretta andrà in onda Studio Golf, trasmissione di 30 minuti condotta da Francesca Piantanida. Repliche: da venerdì 18 luglio a domenica 20, alle ore 23,30 sui canali Sky Sport 2 e 2HD. Commento di Silvio Grappasonni, Massimo Scarpa, Nicola Pomponi e di Roberto Zappa   Prologo – Torna l’Open Championship, il major più longevo e il terzo dei quattro stagionali in programma da giovedì 17 luglio a domenica 20 sul tracciato del Royal Liverpool GC, a Hoylake in Inghilterra. A confrontarsi con l’élite mondiale vi saranno Francesco Molinari e Matteo Manassero, ammessi di diritto, ed Edoardo Molinari che invece si è qualificato grazie a un’ottima prestazione con secondo posto nell’Irish Open. Sarà un major con Tiger Woods (nella foto), che ha calamitato le attenzioni della vigilia, insieme a Phil Mickelson, campione uscente. Inutile nasconderlo, un torneo con l’ex numero uno mondiale è tutt’altra cosa e poco importa se, dopo il lungo stop dovuto all’intervento chirurgico alla schiena, è appena alla seconda uscita con la precedente durata solamente fino al taglio. Sarà sul tee di partenza e questo conta per gli appassionati e per i network televisivi, che avranno sicuramente un’audience più robusta. Woods ha vinto il suo terzo e ultimo Open Championship, dopo quelli del 2000  del 2005, proprio al Royal Liverpool nel 2006. “E’ bello tornare a Hoylake” ha detto. “Il campo, rispetto al passato, ha subito qualche modifica e nel complesso è un po’ più morbido. Ho effettuato tre giri di pratica e ho avuto tre differenti condizioni di vento, cosa che mi è tornata utile per rendermi conto delle diverse difficoltà di gioco. Oggi abbiamo anche trovato green abbastanza veloci”. Sa di non essere tra i favoriti, ma alla domanda su quale piazzamento ritenesse per lui accettabile a fine gara ha risposto: “Il primo, naturalmente”. Poi ha aggiunto: “E’ tuttavia sempre più difficile vincere gare importanti e soprattutto i major per avvicinare il record dei diciotto ottenuti da Nicklaus. C’è molta più competitività, i giocatori sono più preparati, atleticamente forti e mandano la palla molto lontana. Quando io ho iniziato una media di 296 yards era veramente notevole. Domenica, parlando con Gary Woodland, mi ha detto che trovando una buona combinazione tra driver e palline ha raggiunto le 320 yards. Il gioco è profondamente cambiato”. Mickelson, che domenica scorsa non è riuscito a difendere il titolo nello Scottish Open, ma che tuttavia è terminato in buona classifica (11°) mettendo in mostra brani di ottimo gioco, ha sicuramente le carte giuste da giocare per raccogliere il secondo successo consecutivo, ma la concorrenza sarà fortissima. Scalpitano l’australiano Adam Scott, leader mondiale, e lo svedese Henrik Stenson, secondo nel world ranking, ma è su di giri soprattutto Justin Rose, fresco del successo in Scozia che gli ha permesso di salire al terzo posto nella classifica mondiale e che ora sa di poter aspirare anche al primo. A suo svantaggio l’enorme pressione a cui sarà sottoposto dai suoi connazionali, che potrà probabilmente togliergli un po’ di lucidità. In altri tempi sarebbe stato opportuno scommettere qualcosa sulla coppia nordirlandese Rory McIlroy-Graeme McDowell, ma al momento funzionano a scatti. Il primo dopo un avvio sprint in Scozia, si è perso e non è la prima volta in questo periodo, e il secondo sembra avere soprattutto un’andatura da crociera. Resta come incognita la grande classe di entrambi che potrebbe dar luogo a risvegli improvvisi. Sostanzialmente, anche se i primi tre del world ranking e Mickelson sono accreditati di qualcosa di più, in realtà c’è un grande equilibrio. Potrebbe spezzarlo il tedesco Martin Kaymer, tornato vincente un major (US Open) dopo lungo oblio, come potrebbe farlo anche Bubba Watson, che ha fatto suo il Masters, ma entrambi hanno la tendenza a passare dalla brillantezza all’opacità. In una lista di possibili protagonisti meritano posto Keegan Bradley, Jason Dufner, Zach Johnson, Dustin Johnson e Web Simpson e, un gradino sotto, Matt Kuchar, Jordan Spieth, gli inglesi Luke Donald, Paul Casey e Ian Poulter, l’argentino Angel Cabrera, l’australiano Jason Day, lo spagnolo Sergio Garcia, il giapponese Hideki Matsuyama, i sudafricani Charl Schwartzel e Louis Oosthuizen. C’è sempre da attendersi qualcosa di buono da Jim Furyk e dal sudafricano Ernie Els, mentre non dovrebbero trovare spazio molto in alto l’irlandese Padraig Harrington e l’inglese Lee Westwood, il cui brillante palmares appare destinato a rimanere orfano di major. L’ottima prova fornita in Scozia (4°) deve aver dato parecchio morale a Manassero, da tempo alla ricerca del passo giusto per tornare ad eccellere. Un altro risultato di rilievo potrebbe farlo definitivamente ripartire. Inoltre ha un conto da saldare con questo major che affronta per la quarta volta e dove, dopo il 13° posto nel 2009 nello status di dilettante, ha subito due tagli. Francesco Molinari ha indubbiamente il ritmo necessario per tale genere di gare e l’Open Championship, che disputa per la settima volta, è quello, tra i major, che gli ha dato le maggiori soddisfazioni con il nono posto dello scorso anno e il 13° nel 2009. Edoardo Molinari ne ha disputati quattro, dei quali due da dilettante, e ha sempre superato il taglio con miglior esito nel 2011 (27°). Vi torna dopo due anni di assenza. Partenze mattutine per il trio azzurro. Edoardo Molinari sarà sul tee alle ore 7,20 locali insieme al thailandese Kiradech Aphibarnrat e a Brooks Koepka; alle ore 7,53 sarà il turno di Francesco Molinari con Ryan Moore e con il danese Thorbjorn Olesen e subito dopo, alle 8,04, quello di Matteo Manassero con il finlandese Mikko Ilonen e con il dilettante scozzese Bradley Neil. Alle 9,04 inizierà Tiger Woods con  Angel Cabrera e con Henrik Stenson. e nel primo pomeriggio (ore 14,05) sarà la volta di Phil Mickelson con Bubba Watson e con Ernie Els. Il torneo su Sky – L’Open Championship avrà ampia copertura sulla TV satellitare Sky con collegamenti sui canali Sky Sport 2 e 2 HD ai seguenti orari: giovedì 17 luglio e venerdì 18, dalle ore 10 alle ore 21; sabato 19, dalle ore 11 alle ore 20,30; domenica 20, dalle ore 12 alle ore 19,45. Al termine di ogni diretta andrà in onda Studio Golf, trasmissione di 30 minuti condotta da Francesca Piantanida.   I risultati

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