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Il futuro del golf italiano è appena cominciato

Franco Chimenti
  02 Novembre 2016 Newsletter
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Una svolta nel segno della continuità. Con l’elezione di Franco Chimenti per la quinta volta alla presidenza della Federazione Italiana Golf, il movimento golfistico italiano ottiene due risultati fondamentali in un colpo solo: assicura la propria continuità e al tempo stesso rafforza il Progetto Ryder Cup 2022, guidato dal Direttore Generale Gian Paolo Montali. A riprova di una tendenza positiva sempre più radicata, sono tanti i segnali molto confortanti per il futuro. Vediamoli nel dettaglio.

SEMPRE PIU’ APPEAL – Agli italiani il golf piace sempre di più. Lo dimostra l’aumento costante di utenti sulle pagine dei profili Facebook, Twitter e Instagram della Federazione Italiana Golf. E lo provano i dati dei telespettatori degli ultimi eventi golfistici: da Rio 2016 andato in onda sui canali Rai (8,55% di share nella fascia oraria 12-13), continuando con il trionfo di Francesco Molinari al 73° Open d’Italia (boom di ascolti su Sky), per finire con la Ryder Cup in Minnesota, che ha tenuto incollati davanti agli schermi oltre un milione di persone nei tre giorni di gara, con 74 mila spettatori medi: il triplo rispetto all’edizione precedente. A confermare che la prestigiosa sfida Stati Uniti – Europa rappresenta il mezzo migliore per promuovere uno sport che già conta 65 milioni di giocatori nel mondo.

OPEN D’ITALIA, ARMA IN PIU’ – Dal punto di vista della promozione del golf, l’Open d’Italia – che dal 2017 al 2027 avrà un montepremi da 7 milioni di euro e vedrà in campo le stelle del golf mondiale – riveste un ruolo centrale. Le ultime due edizioni al Golf Club Milano sono state da record: 50 mila spettatori nel 2015, 47 mila nel 2016 (nonostante la pioggia).

VALORI DA INSEGNARE – La Ryder Cup in Italia, oltre a inconfutabili vantaggi economici, porterà con sé un bagaglio di ricchezze importanti dal punto di vista della formazione del pubblico di neofiti, praticanti e appassionati: se le Olimpiadi hanno dimostrato che il golf è uno sport vero, basato su destrezza, abilità tecnica e fisicità, la sfida Stati Uniti – Europa appena disputata ha confermato come questa disciplina esalti concetti fondamentali come lealtà e rispetto dell’avversario. Nel golf si è arbitri di se stessi ed è per questo che la FIG vuole diffondere sempre di più anche nelle scuole e nelle università un messaggio improntato al “fair play”.

I VOLTI NUOVI – L’interesse e la passione per il golf si accenderanno ancora di più se questo sport potrà contare su testimonial vincenti. La splendida vittoria di Francesco Molinari al 73° Open d’Italia è solo la punta di un iceberg fatto di tanti talenti pronti finalmente a esplodere. Basti pensare all’esempio che il fulminante avvio di carriera di Matteo Manassero ha avuto su tanti giovani atleti oggi: Renato Paratore, al 2° anno da professionista dopo l’oro alle Olimpiadi Giovanili, Luca Cianchetti e Stefano Mazzoli, campioni europei nel 2016 e nel 2015, la Squadra Femminile “Ragazze”, prime agli ultimi Europei. Tutti segnali rivelatori di un positivo e indispensabile ricambio generazionale.

IL GOLF È BENESSERE – Giocare fa bene al corpo e alla mente. Uno studio condotto dal Physical Activity for Health Research Centre dell’Università di Edimburgo (Scozia) ha dimostrato che darsi al golf allunga la vita e la rende più sana, contribuisce a prevenire e curare numerose malattie croniche (addirittura 40, dal diabete al cancro) e migliora la salute mentale contrastando l’insorgere di depressione e ansia. Senza contare che stare sul green permette di consumare calorie (in media 500 per un percorso di 18 buche).

RISPETTO PER L’AMBIENTE – La Federazione Italiana Golf è attiva da anni con il progetto “Impegnati nel verde”, che premia i circoli più attenti a difendere il territorio e mantenere il massimo dell’ecosostenibilità. Inoltre, mantiene una proficua collaborazione con Legambiente, Fondazione UniVerde e Federparchi.

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