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73° Open d’Italia: le interviste della vigilia

Francesco Molinari
  14 Settembre 2016 In primo piano
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FRANCESCO MOLINARI

– Francesco Molinari, 73° Open d’Italia, dieci anni dopo la tua grande vittoria. Come ci si sente?

“E’ passato tanto tempo e sono cambiate molte cose, rimane un bel ricordo di quella settimana”.

– Ti abbiamo visto lavorare molto sulla condizione fisica, meno sullo swing che è già perfetto.

“E’ il lavoro di sempre, il golf è per tutti una ricerca di sensazioni, di ciò che ti fa sentire tranquillo quando vai sul tee della prima buca. Per trovare e mantenere la forma migliore è necessaria un’applicazione continua, cosa che del resto ho sempre fatto”.

– Quest’anno c’è la Ryder Cup, ma tu non ci sarai. Ci prometti di esserci alle prossime, in particolare quella in Italia del 2022? E come vedi la squadra europea quest’anno con tanti debuttanti?

“Posso solo promettere il massimo dell’impegno, mi piacerebbe molto esserci sin dalla prossima. Disputare la Ryder Cup suscita sempre una grande emozione, indipendentemente dal fatto che sia la prima volta o le successive. Penso che non ci saranno problemi per i rookie attuali, il cui gioco è di ottimo livello. L’importante per tutti è arrivare in forma alla gara”.

– Torniamo all’Open, come va giocato per vincere?

“A giudicare dagli score dell’anno scorso servono tanti birdie. I risultati sono stati molto bassi e il percorso quest’anno è simile.”

– Quanto ti sta cambiando il circuito americano?

“Sicuramente molto. Nel tour europeo avevo raggiunto un certo standard. In America mi sento un po’ rookie, ma naturalmente spero di accrescere il mio livello e diventare sempre più competitivo nel prossimo futuro”.

 

MATTEO MANASSERO

– Dopo giugno un Manassero ritrovato..

“Sto andando molto meglio. Ho fatto un grande lavoro questo inverno. All’inizio non è stato facile, perché c’erano parecchi problemi da superare. Ho pensato di riassumere le cose che facevo bene, di prendere tempo e di ricominciare dalle basi che mi facevano giocare bene sia dal punto di vista tecnico che mentale. Praticamente ho messo un punto, ripartendo quasi da zero. In queste situazioni passi momenti particolari, senti consigli, critiche, le analizzi, ti vengono dubbi, ma quando trovi la strada giusta a quel punto è un po’ più facile. Devo naturalmente essere vigile, perché non ho certo risolto tutto. Dalla primavera ho cambiato marcia. Sono molto contento di come sto giocando indipendentemente dai risultati del campo. E quanto avvenuto in questa estate mi ha proiettato verso obiettivi più importanti di quelli che mi ero prefisso a inizio anno. E ciò è molto importante.

– Cosa ti è rimasto della partecipazione alle Olimpiadi?

“E’ stata un’esperienza fantastica. Ho imparato tanto. Sapevo di cosa potevo aspettarmi, ma ogni cosa è andata ben oltre le attese. L’Olimpiade è qualcosa di enorme in tutto. Poi trovarsi vicino a tanti campione è assolutamente un fatto unico. Mi sono veramente divertito sul campo e fuori. E’ stato anche bello essere insieme a Nino Bertasio. Ci conosciamo da quando io ero bambino. Ha un grande talento e la scorsa settimana ha dimostrato che è in grado di poter vincere un torneo”.

– Come trovi il campo?

“Mi piace, occorre usare molta strategia e non utilizzare molto il driver. Il rough è molto delicato e creerà le difficoltà maggiori. Le piste sono molto strette, non è facile finire sempre in fairway e quindi credo che il rough sarà una delle chiavi del torneo. Occorre poi essere molto attenti alle strategie dal tee e soprattutto è necessaria la precisione”.

 

MARTIN KAYMER

“Il campo del Golf Club Milano mi piace perché è impegnativo, i green sono piccoli e bisogna giocare bene con i legni. La differenza quindi non è solo la qualità dei putt. Per me è davvero un percorso piacevole.

Nella mia carriera ho sempre giocato bene quando sono tornato su un tracciato conosciuto. E’ accaduto qui lo scorso anno e ho molti ricordi positivi. La settimana prossima poi sarà impegnato in Germania e spero queste due settimane mi diano il giusto slancio per la Ryder Cup.

Partecipare a due tornei di fila di solito mi aiuta a mantenere concentrazione e forma.

In merito alla Ryder non c’è un giocatore in particolare con cui preferisco giocare. Mi trovo molto bene con Matthew Fitzpatrick, mentre Danny Willett è un buon compagno per i foursomes.

Mi farà piacere giocare con loro in questi giorni per scambiare opinioni sul campo. Loro sono nuovi nel team della Ryder Cup e sono sicuro che avranno argomenti interessanti di cui parlare in preparazione alla sfida con gli Stati Uniti.

Ovviamente siamo nervosi in vista della Ryder Cup, ma consapevoli che si deve cercare di fare del proprio meglio per ottenere il miglior risultato possibile”.

 

MATTHEW FITZPATRICK

“Il campo del Golf Club Milano è stretto e diverso da quelli in cui siamo soliti giocare sul Tour. Ci sono molti alberi ed è difficile utilizzare il driver. La chiave per questa settimana è la precisione. Qui ho giocato bene lo scorso anno e spero di fare lo stesso o magari migliorarmi.

Questa è solo la mia seconda stagione completa sul circuito. Sto ambientandomi. L’anno prossimo avrò un’idea più precisa dei campi che più mi si addicono e potrò fare un’attenta programmazione.

La Ryder Cup? E’ un momento importante per me, ma per ora mi concentro sull’Open. La prossima settimana tornerò negli Stati Uniti per rilassarmi e allenarmi un pò. Mi piacerebbe giocare in Ryder con Martin Kaymer, mentre credo che non avrò per compagno Willett, visto che siamo entrambi rookie. Su come comportarmi in Minnesota il consiglio migliore l’ho avuto da Thomas Bjorn. Mi ha detto che bisogna essere pronti a giocare qualunque gara e con qualsiasi compagno. Ci si deve impegnare al massimo e questo è il contributo più importante da dare alla squadra”.

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