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Eurotour a Dubai: McIlroy finale travolgente 34° F. Molinari, 42° Manassero

  25 Novembre 2012 News
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Il nordirlandese Rory McIlroy (nella foto) ha vinto con 265 colpi (66 67 66 66, -23) il DP World Tour Championship, ultimo torneo stagionale dell’European Tour svoltosi sul percorso Hearth (par 72), nel complesso del Jumeirah Golf Estates, a Dubai e dove Francesco Molinari è terminato 34° con 279 (72 71 71 65, -9) e Matteo Manassero 42° con 283 (73 68 73 69, -5). McIlroy, con un finale straordinario, ha dimostrato chiaramente di essere con pieno merito il numero uno al mondo e il vincitore della Race To Dubai, ossia dell’ordine di merito continentale, ma in precedenza aveva già primeggiato in quello statunitense eguagliando l’impresa compiuta lo scorso anno dall’inglese Luke Donald: imporsi contemporaneamente nelle money list dei due tour più prestigiosi ed essere leader del world ranking.

 

All’Heath, disegnato dall’australiano Greg Norman, nell’ultimo giro si è visto golf di altissimo livello con giocate di grandissima classe.  McIlroy con 265 ha eguagliato il record del torneo opera dell’inglese Lee Westwood (2009) e ha superato di due colpi l’altro inglese Justin Rose (267 – 68 68 69 62, -21) al quale non è bastato demolire con 62 (-10) il record del campo per avere ragione del nordirlandese. Al terzo posto con 270 (-18) il sudafricano Charl Schwartzel e l’inglese Luke Donald, che aveva iniziato il turno in vetta insieme al vincitore, quindi altri due sudafricani, Louis Ooshuizen, quinto con 271 (-17), e Branden Grace, sesto con 272 (-16). In settima posizione con 273 (-15) il thailandese Thongchai Jaidee e lo svedese Henrik Stenson, che sembra tornato ai livelli di quattro anni addietro, in nona con 274 (-14) gli spagnoli Sergio Garcia e Gonzalo Fernandez Castaño, l’irlandese Padraig Harrington, il gallese Jamie Donaldson e lo svedese Fredrik Andersson Hed. Pur se indicati tra i possibili protagonisti si sono fatti vedere poco o nulla l’iberico Miguel Angel Jimenez, 16° con 276 (-12), l’inglese Ian Poulter e il tedesco Martin Kaymer, 26.i con 278 (-10), il belga Nicolas Colsaerts, stesso score di Molinari, l’inglese Lee Westwood, 48° con 284 (-4), e il nordirlandese Graeme McDowell, 52° con 287 (-1). Rose è entrato in club house da leader e con due colpi di vantaggio su McIlroy che aveva quattro buche da giocare e che aveva appena segnato un birdie alla 14, dopo un’andatura altalenante e il terzo bogey di giornata alla 13 a fronte di tre birdie. A quel punto è iniziato lo show del nordirlandese che ha infilato altri quattro birdie di fila, a completamento di una cinquina vincente, sostenuto da colpi in bandiera o da putt chirurgici e ha vanificato il riscaldamento di Rose in campo pratica, nell’ipotesi di un playoff. Peraltro lo stesso Rose aveva chiuso la sua splendida cavalcata con un putt da antologia da una distanza di circa 25 metri, che si era fermato sull’orlo della buca negandogli l’eagle. E anche Schwartzel, Oosthuizen e Donald hanno dato il loro contributo allo spettacolo, con l’inglese che è riuscito a salvare il par e  la terza piazza, pur avendo mandato la palla in acqua sull’ultima buca.

 

I giocatori, però, non si sono voluti proprio far mancare nulla e così l’olandese Joost Luiten e lo scozzese Stephen Gallacher, entrambi 16.i come Jimenez, hanno offerto due “hole in one”: il primo (72, par, di giornata) l’ha realizzata alla buca 6, par 3 di 170 metri, e Gallacher (66, -6) alla buca 4, par 3 di 224 metri, utilizzando un ferro cinque. Rose, come detto, con il 62 (un eagle e otto birdie) ha stabilito il nuovo record del campo che era stato fissato in 64 (-8) dai connazionali Lee Westwood (2009) e Ross Fisher (2010), dall’iberico Alvaro Quiros, dallo svedese Peter Hanson e dal tedesco Martin Kaymer (2011) e in questo torneo dall’indiano Jeev Milkha Singh e due volte da Sergio Garcia.

 

Francesco Molinari, che ora sarà impegnato nel Nedbank Golf Challenge in Sudafrica (29 novembre-2 dicembre), ha iniziato a buon ritmo con due birdie nelle prime nove buche, poi l’ha notevolmente alzato nel ritorno, sottolineandolo con un parziale di 31 (-5) frutto di quattro birdie, un bogey e un eagle a chiudere per il 65 (-7) che gli ha permesso di guadagnare tredici posizioni. Ne ha recuperate cinque Matteo Manassero che, come il torinese, ha realizzato un 34 (-2) in uscita con tre birdie e un bogey, ma nel rientro non è riuscito a dare l’accelerazione voluta e ha infilato otto par con un birdie sulla 18 per il parziale di 69 (-3). I due azzurri hanno condotto un’ottima stagione con un successo ciascuno, con una serie di piazzamenti di rilievo e con una posizione molto alta nella money list. Molinari, che ha anche partecipato alla Ryder Cup, è all’ottavo posto con 2.215.229 euro e Manassero al 13° con 1.595.093 euro. McIlory ha intascato 5.519.118 euro e ha preceduto nella Race To Dubai Justin Rose (E 3.768.345), Louis Oosthuizen (E 3.187.364), Peter Hanson (E 3.022.916) e Ian Poulter (E 2.581.257).

 

McIlroy, al quale è andato per il successo nella gara un assegno di 1.041.429 euro su 6.240.000 euro di montepremi, ha ottenuto in extremis un titolo in un torneo esclusivo dell’European Tour 2012. In precedenza quest’anno si era imposto altre quattro volte sempre negli Stati Uniti vincendo l’US PGA Championship, major valido per tutti circuiti, l’Honda Classic, il Deutsche Bank Championship e il BMW Championship nel PGA Tour. Nel tour americano ha guadagnato 8.047.952 dollari. Tradotti in euro, conteggiato una sola volta il guadagno nell’US PGA Tour (che è entrato nelle due money list) e aggiunti a quelli incassati in Europa fa in totale poco più di 10.600.000 euro.   I risultati

 

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